Paola Pessina, amica del Centro Clinico NeMO, ci ha lasciato il suo pensiero sul valore dei piccoli e grandi gesti di amore quotidiani che i papà compiono ogni giorno per la loro famiglia e che li rende speciali, come speciali sono le persone di cui si prendono cura. E lo fa da donna e madre che da sempre è in prima linea nei tanti mondi incrociati che pulsano alle porte di Milano: quello della scuola, quello ecclesiale, quello amministrativo, quello della solidarietà e della sanità, fino a quello del sostegno all’innovazione e alla coesione sociale, nella Commissione di Beneficenza di Fondazione Cariplo.
Non sono un uomo, un papà. Sono una donna e sono una mamma. Non sono neanche tanto giovane. Anzi, potrei già essere una nonna.
Mi è capitato di conoscere tante storie di mamme cui la vita ha messo tra le braccia figli speciali: a molte ancora frastornate e spettinate in sala parto; ad altre rivelando giorno dopo giorno nel loro cucciolo ritmi, movimenti, reazioni diverse da quelle dei fratelli, dei coetanei; alcune travolte da un momento all’altro nella normalità consolidata, con la forza dirompente di un fulmine, per un trauma, un incidente, una diagnosi inaspettata.
Le ho viste tutte piangere, eppure nessuna dubitare neanche per un momento che quel figlio speciale meritasse interamente la sua mamma. Ma tante, sì, le ho viste sì dubitare, alzando lo sguardo sull’uomo al loro fianco, il padre di quel figlio speciale. Con l’ansia di leggere nei suoi occhi la stessa determinazione ad essere genitore fino in fondo.
Per nessun uomo – si sa – è scontato essere padre: è una storia da scrivere in due, con la propria donna che la vita ha reso madre.
Ma essere un padre speciale è una storia da scrivere in tre: con la propria donna e un figlio speciale che interpella entrambi.
Così, ogni volta ho assistito a una storia inedita: ho guardato ciascuna di queste donne-mamme impegnarsi nell’impresa di mettere al mondo, accanto al proprio figlio speciale, anche un uomo di nuovo tipo: un uomo-papà speciale.
Se agli uomini si insegna troppo spesso che il loro io è il centro del mondo, e la vita non può che ruotargli attorno, le donne imparano presto che nel mondo devono cercarsi un posto, pazientemente: e hanno trovato il modo di riuscirci comunque. Così, insegnano al papà di un figlio speciale a tener testa alla delusione di non aver ricevuto l’erede perfetto che gli pareva dovuto; perché la vita non è una rendita, e le donne lo sanno. Le mamme e i papà di figli speciali anche di più.
Se agli uomini si insegna troppo spesso che conta chi arriva primo, mentre tutti gli altri sono degli sconfitti, le donne han capito da sempre che non c’è gusto ad essere prime da sole: e stanno bene solo nei posti dove c’è un posto per tutti. Così, insegnano al papà di un figlio speciale a reagire alla rabbia di non essere riuscito ad assicurare al proprio figlio le migliori chances di vittoria; perché la vita non è una gara, e le donne lo sanno. Le mamme e i papà di figli speciali anche di più.
Se agli uomini si insegna troppo spesso che devono essere i padroni del proprio destino, le donne si abituano presto a fare i conti con chi vuol scrivere il loro destino al posto loro. Così, insegnano al papà di un figlio speciale a perdonarsi di non aver protetto abbastanza la propria creatura dal male; perché la vita non dipende solo dalle nostre scelte, e le donne lo sanno. Le mamme e i papà di figli speciali anche di più.
E così, i papà dei figli speciali hanno più occasioni degli altri di diventare uomini speciali, e tanti di loro sono veramente meravigliosi, in grado di insegnare a ciascuno, uomo o donna che sia, che è inutile barare o raccontare favole: no, la vita non è equa con tutti; no, non si parte tutti in pole position.
Ma invece sì, ogni passo dei figli speciali è un passo che rende tutti noi più capaci di camminare; sì, ogni attimo di gioia dei figli speciali certifica che siamo umani in grado di dare gioia; ogni respiro dei figli speciali è libertà che costruisce speranza per tutti.
E la vita è vita. Speciale con noi, tutti, se noi siamo speciali ad affrontarla insieme.
Grazie, papà speciali!
Paola Pessina