Generare Valore Con La Cross-Fertilisation: La Partnership Tra Il Centro Clinico Nemo E Wemakeup

 La domanda che tutte le realtà profit si pongono di fronte alla possibilità di iniziare un progetto nell’alveo della CSR è più o meno sempre la stessa: per quale motivo dovrei attivare una partnership con un Ente del Terzo Settore?

Alcuni benefici per entrambe le realtà

La risposta, tuttavia, non è univoca. Prescindendo da una fondamentale vocazione etica che deve essere alla base di una relazione di questo tipo, la nostra esperienza ci porta a dire che, a ben vedere, i vantaggi che tale collaborazione possono portare a entrambe le realtà in gioco sono molti: in diverse occasioni abbiamo avuto modo di riscontrare come un’azienda possa trarre benefici in termini di brand reputation e, quindi, di allargamento di una community disposta ad acquistare prodotti e servizi sotto l’egida di una causa. In tante occasioni, poi, abbiamo notato come a beneficiarne sia stata anche la brand awareness, che ha dato all’impresa maggior visibilità presso gli stakeholder, con tanto di un vero e proprio aumento del capitale relazionale.

 

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D’altro canto, per chi, come noi, lavora quotidianamente nel raggio d’azione delle no profit, la partnership con le imprese porta a un aumento delle risorse economiche da investire in progetti utili, al raggiungimento di nuove competenze, ma anche a una maggior consapevolezza della necessità di essere aperti e disponibili a misurare e valutare i risultati del proprio operato.

Pensare nell’alveo della cross-fertilisation

Un lavoro, insomma, che aiuta a migliorare le performance di entrambi. A patto, tuttavia, che venga rispettata una semplice quanto basilare regola: quella della progettazione condivisa. Ragionare con i canoni di una volta, infatti, significava tenere un approccio univoco che portava ogni attore in gioco a lavorare per arrivare al triplice obiettivo di “chiedere”, “dare” e infine “avere”. Quello su cui facciamo sempre più affidamento, oggi, è piuttosto una vera e propria co-progettazione per un percorso deciso congiuntamente già nelle primarie fasi di scambio di conoscenze, intuizioni e suggestioni. Un approccio, insomma, che è più volte stato definito come “cross-fertilisation” tra mondo profit e imprese sociali e che ci ha consentito di sviluppare progetti interessanti e duraturi con il mondo profit.

Il caso della partnership tra il Centro Clinico NeMO e WeMakeUp

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È il caso della partnership nata tra noi del Centro Clinico NeMO e WeMakeUp. Forti della nostra esperienza, maturata nel corso di 10 anni, sul tema della presa in carico di persone affette da malattie neuromuscolari, abbiamo deciso di iniziare un percorso condiviso con una start up che realizza e vende prodotti di make up. E se vi state chiedendo come mai due realtà così diverse abbiano deciso di collaborare, la risposta sta nel progetto “I colori di NeMO”. Iniziato nel maggio del 2018, la collaborazione, durante una prima fase di sei mesi, ha visto coinvolto 42 delle “nostre” donne tra i 16 e i 70 anni, tutte affette da malattie neuromuscolari o loro caregivers, con l’obiettivo di costruire un modello innovativo di presa in carico attraverso l’analisi dell’impatto della percezione del sé corporeo nelle donne affette da patologie neuromuscolari e come questo possa contribuire ad affrontare la malattia stessa.

Un percorso nato in simbiosi già dalle prime fasi conoscitive quando, racconta Alessandro Vigoni, creative director, “l’intesa tra noi di WeMakeUp e il NeMO è stato chiaro: entrambi eravamo alla ricerca di un progetto che, nell’alveo di una collaborazione etica, potesse lavorare sulla percezione di sé”. Da lì l’inizio dei lavori, che ha visto coinvolti non solo il gruppo di donne che ha beneficiato del progetto ma anche un team di psicologi e counselor, esperti make up artist e volontari. I risultati raggiunti sono stati da tutti definiti in termini estremamente positivi, nonostante il progetto sia ancora in fieri e bisognerà attendere il 2019 per arrivare a dati certi.

I (primi) risultati raccontati dai protagonisti

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Di sicuro c’è, tuttavia, l’intento di entrambi di portare reciproco valore con un percorso condiviso sia negli intenti sia nei risultati: “Portare l’esperienza di pazienti e caregivers – continua Alessandro Vigoni – ci ha permesso di parlare direttamente ai nostri principali acquirenti,
le giovani ragazze che ci seguono sui social: mettendo a confronto il mondo clinico con quello della bellezza abbiamo voluto dimostrare che la consapevolezza di sé è qualcosa che va oltre gli stereotipi che la nostra società ci impone”.

Dello stesso parere è anche Alberto Fontana, presidente del Centro Clinico NeMO: “Questo gemellaggio – ha dichiarato – è in grado di dare la duplice possibilità di raccontare la nostra esperienza che viviamo quotidianamente nelle attività svolte dal Centro Clinico NeMO e, allo stesso tempo, di contribuire alla progettazione di prodotti o servizi eccellenti e attenti a chi vive una condizione di difficoltà. Una collaborazione, insomma, in cui si realizzano tutti gli elementi vincenti che si cercano in un prodotto: l’attenzione verso l’uomo, il legittimo obiettivo aziendale, la donazione (intesa come atto di fare dono) per continuare a sostenere il programma di assistenza delle nostre pazienti”.

La Campagna di raccolta fondi #icoloridinemo

I primi risultati raggiunti dal progetto di ricerca hanno anche ispirato il prosieguo della sinergia tra il Centro Clinico NeMO e WeMakeUp che, dal 1° al 24 dicembre 2018, proporrà una linea limitata di rossetti liquidi EVER in 6 nuance dedicati a #icoloridinemo, il cui ricavato sarà interamente devoluto al nostro Centro per continuare a sostenere il progetto di supporto alle donne affette da malattie neuromuscolari degenerative. I rossetti saranno disponibili oltre che sul sito di WeMakeUp anche in una serie di eventi e centri commerciali.

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